Le letture di novembre

Bloodbusters-Francesco-Verso

Proseguono i viaggi quotidiani in treno e le letture, che sono state molte e variegate nonostante l’arrivo di Netflix. Posso dirmi soddisfatta dei titoli che ho letto in queste settimane, sebbene l’inspiegabile morte del connettore della batteria del mio Kobo mi abbia costretto a interrompere diverse letture interessanti. Peccato.

Il disegnino di un Kobo dormiente diventa il tuo unico compagno di lettura quando ti molla il connettore della batteria.
Il disegnino di un Kobo dormiente diventa il tuo unico compagno di lettura quando ti molla il connettore della batteria.

Bloodbusters di Francesco Verso (Urania 1624)

Bloodbusters è il romanzo vincitore del Premio Urania di quest’anno (pari merito con quello di Sandro Battisti, L’Impero Restaurato). Di Francesco Verso avevo già letto e molto apprezzato Livido. Bloodbusters è stato un piacevole ritorno alla narrativa di quest’autore, vivace e piena di trovate originali.
E’ ritratta un’Italia alternativa, in cui le tasse si pagano letteralmente con il sangue: i Bloodbusters sono gli esattori che si occupano di scovare gli evasori e rimetterli in regola con prelievi di sangue coatti.
Il romanzo segue le vicende di Alan Costa, un Bloodbuster con un passato difficile e una visione cinica della vita, che s’invaghisce di Anissa, un’esponente del movimento anarchico Robin Blood.
Uno degli aspetti che mi piacciono di più di questo romanzo è il fatto che sia fantascienza italiana ambientata in Italia che parla dell’Italia. Di solito la tripletta è difficile: si trovano buoni romanzi di autori italiani ambientati in italia, ma con una storia che potrebbe essersi svolta ovunque. In Bloodbusters, invece, l’elemento fantascientifico serve a mettere in luce un aspetto del presente italiano, raccontando il marciume del sistema fiscale del nostro paese in un’opera che sconfina fieramente in una satira feroce e spietata.
Bloodbusters è davvero un bel romanzo, leggetelo senza indugi (lo trovate qui).

Il romanzo di Sandro Battisti, che fa parte anche lui del numero 1624 di Urania, ancora non l’ho letto, ma lo farò presto. Purtroppo bisogna dire che la sinossi in quarta di copertina è una delle più respingenti che abbia mai letto. Sono dell’idea che le parole “Impero Connettivo”, “semieterni”, “plenipotenziario”, “Giustiniano I” e “postumani” non dovrebbero stare nello stesso periodo se non si vuole che la mente del lettore inizi a girare a vuoto dopo tre righe, ma naturalmente è una mia opinione, il romanzo lo leggerò comunque.

Robot-73Robot 73

E’ uscito all’incirca un anno fa, ma non mi è mai arrivato (come non mi arriva la gran parte della corrispondenza non tracciata. Incredile, vero?), così me lo sono ricomprato a Stranimondi.

Un numero strano, con storie a livelli qualitativi molto diversi. A parte un caso in cui non sono riuscita nemmeno a completare la lettura, le altre storie sono godibili.
Le letture più intense e appassionanti sono stati il racconto di Sofia Samatar (Dolce Tesoro), l’inizio della saga di Trainville di Alain Voudì (Arrivo a Trainville) e la storia vincitrice dei Premio Nebula 2012 di Geoff Ryman (Quel che abbiamo scoperto). Il numero vale la pena anche solo per uno soltanto di questi tre racconti.

paziente-99-barbara-baraldiPaziente 99 di Barbara Baraldi

Racconto lungo di fantascienza di Barbara Baraldi che ho comprato su Delos Digital.
La protagonista, Asia, è un medico e vive nella colonia Terra 2, situata nelle viscere della Terra. Viene chiamata ad occuparsi del paziente 99, un individuo che presenta sintomi misteriosi e inquietanti, ma durante l’intervento quest’ultimo ha una crisi e, poco prima di morire, le passa qualcosa che nascondeva sotto la pelle. Asia viene accusata di tradimento ed è costretta a fuggire nelle profondità della Terra, dove ora vive l’umanità.
Devo dire che, anche se Barbara Baraldi è un’autrice di gotico, non mi è dispiaciuto questo racconto. E’ scorrevole, piacevole da leggere, avventuroso, semplice ma non banale. Di sicuro è un racconto da avere nella collezione di fantascienza.

Per il momento è tutto. Vi abbraccio.

Vostra,

Linda

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