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Cosa avete letto nel 2018?

Mi sono distratta un attimo e all’improvviso è passato più di un anno dal mio ultimo post sul blog!
Eh già, mancavo da un po’, ma grazie alle ferie e ai “colleghi di blog” di Cosmolinea B-Log, ho trovato il tempo e la motivazione per pubblicare il resoconto delle letture del 2018 (sperando di riuscire a ricominciare a scrivere più spesso nel 2019, ché i miei quattro lettori qui sul blog mi mancano! :) ).

Cosmolinea B-Log

Devo dire che quest’anno sono stata brava, tra raccolte di racconti e romanzi ho letto parecchio.

Quella di seguito è giusto una selezione di opere di cui mi va di parlare, la lista intera sarebbe troppo lunga (per forza di cose ho dovuto escludere i racconti singoli, i graphic novel e le letture non appartenenti all’ambito del fantastico).

Vado subito al sodo, ecco il mio recap di letture di fine anno.

Ragazze Elettriche di Naomi Alderman

rsz_ragazze_elettricheUno dei romanzi più belli che ho letto quest’anno (e l’ho letto nei primi due giorni del 2018). Credo che ormai sia più che risaputo di cosa parla “Ragazze Elettriche”, ad ogni modo ve lo dico: è un romanzo distopico in cui le donne acquisiscono la capacità di dare la scossa elettrica. All’inizio quest’abilità viene usata per difendersi dalle aggressioni, ma finisce presto con il sovvertire l’ordine delle cose ponendo le donne al comando. Lo scenario che si crea porta profondi cambiamenti in tutto il mondo, e in esso non sono assenti le violenze (le stesse del mondo fondato sull’impostazione patriarcale, ma stavolta a commettere le aggressioni sono le donne verso gli uomini).

“Ragazze Elettriche” offre ben più di una denuncia femminista dei ruoli di genere e dell’impostazione sociale, culturale e politica che relega le donne in una posizione secondaria. La Alderman ipotizza cosa succederebbe se i ruoli di genere fossero invertiti, mostrando come la mansuetudine e la dolcezza che si pensa innata nelle donne sia in realtà un derivato di un’educazione di genere (vòlta a rendere le donne più remissive e docili).

Ma soprattutto, ne emerge una considerazione sul potere: se è sbilanciato troppo verso una sola categoria di persone, le cose vanno male. E a rimetterci sono tutti.
Di sicuro una delle migliori letture che ho fatto nel 2018.

Le Visionarie (AA.VV)

le visionarieAltra grande lettura del 2018 è stato “Le Visionarie”, una raccolta di ventinove racconti fantastici scritta da donne uscita per Nero Edizioni, a cura di Ann e Jeff Vandermeer.

Avete presente quando di un libro vi costringete a leggere solo poche pagine per volta perché temete che possa finire troppo in fretta? Ecco, mi è successo con questo.

I racconti di quest’antologia sono uno più bello dell’altro, ogni vicenda è capace di far riflettere a fondo e propone visioni del mondo insolite, inedite, stupefacenti, impossibili da dimenticare.

Il racconto della raccolta che preferisco in assoluto è E Salomé danzò di Kelly Eskridge, ma sono meritevolissimi anche Le parole proibite di Margaret A., Strategie stabili per manager di fascia media, Il sonno delle piante, La soluzione della mosca, Le lacrime della madre e Jestella.
Assolutamente consigliato.

Sirene di Laura Pugno

sirene“Sirene” è un romanzo breve che racconta la storia di Samuel, un giovane affiliato alla Yakuza che lavora in un centro d’allevamento di sirene. Il suo compito è quello di controllare i cicli di produzione del centro: le sirene vengono alleate, nutrite, fatte riprodurre e poi macellate per diventare piatti prelibati di “carne di mare”. Durante una giornata di monta, in cui le sirene vengono fatte accoppiare con i maschi della loro specie, Samuel entra in una delle vasche e si unisce a una sirena, dando così il via a una serie di eventi che porteranno il lettore a ripercorrere gli eventi che lo hanno condotto a diventare un membro della Yakuza e gli accadimenti drammatici del suo passato.

Lo stile fluido di Laura Pugno racconta la violenza di genere, la sopraffazione dei più deboli da parte dei più forti, lo sfruttamento degli animali sullo sfondo di un contesto distopico in cui l’ozono non protegge più dai raggi del sole e l’umanità sta morendo di cancro.

Un romanzo che mi ha colpito molto, caratterizzato da uno stile asciutto e da una lucidità a tratti dura. Forse il linguaggio utilizzato è fin troppo secco e fermo, tanto che in alcuni passaggi ho avuto la sensazione di sentire la voce dell’autrice che mi spiegava le cose.
Ma si tratta di pecche di nessun conto, “Sirene” è senza alcun dubbio un’ottima lettura.

Anna di Niccolò Ammaniti

annaUn romanzo distopico italiano in cui lo scenario è tutt’altro che nuovo: l’umanità è stata decimata da un virus letale (la Rossa) che ha ucciso tutti gli adulti. Sono sopravvissuti solo i bambini, che ora vivono allo sbando nelle strade e in ciò che resta delle città. La storia si svolge in Sicilia: Anna, la protagonista, dovrà ritrovare il fratellino Astor, rapito da una gang di piccoli selvaggi. Per farlo si avvale del quaderno che le ha lasciato sua madre, in cui sono scritte tutte le regole per sopravvivere in questo nuovo mondo. Regole che, di giorno in giorno, non bastano più ad aiutare Anna.

Un romanzo che ho divorato con fin troppa fretta in qualche pomeriggio, struggente e incalzante come un romanzo di questo tipo dovrebbe essere. Alla fine, però, non mi ha soddisfatto del tutto.

È ammirevole il tentativo di innovare un contesto così abusato proponendolo nel contesto siciliano e con dei protagonisti caratterizzati in modo così particolare, tuttavia anche in questo modo “Anna” non riesce ad affrancarsi dalla netta sensazione di deja vu, e il confronto con “La strada” di Mc Carthy (ma anche con “The Last of Us”, se si è appassionati di videogiochi) è inevitabile.

Comunque una lettura piacevole che consiglierei soprattutto ai noi appassionati di fantascienza (visto che tanto se ne parla!).

Gli Dei di Pietra di Jeanette Winterson

rsz_gli_dei_di_pietraEra da parecchio che volevo leggere qualcosa di Jeanette Winterson e la mia scelta è caduta su “Gli dei di pietra”, romanzo che raccoglie tre storie ambientate in epoche temporali diverse.

Ne “Gli dei di pietra” viene affermata l’imprevedibilità di un universo quantistico, il cui l’unica cosa che sembra avere senso è, in definitiva, l’amore.

La prima storia è ambientata nel futuro e segue le vicende di Billie, un’impiegata del Potere Centrale (contrapposto al Califfato Orientale) che si occupa di rendere più belle le persone. La storia, ricchissima di idee e di spunti (dall’eugenetica agli androidi, passando per le missioni spaziali e i totalitarismi distopici), affronta anche il tema dell’amore tra la protagonista e Spike, una bellissima androide. La seconda vicenda è ambientata nel Settecento e tratta di un naufragio e di un altro amore omossessuale; la terza storia, infine, è di nuovo ambientata nel futuro, stavolta però in una realtà alternativa, dove compaiono nuovamente Billie e Spike (che hanno cambiato volto e sesso).

Forse in questo romanzo c’è fin troppa roba, la sensazione è che vengano gettati un sacco di begli spunti che poi non vengono approfonditi.
Per il resto, “Gli dei di pietra” ha una narrazione frammentata che contiene il giusto mix di disgusto per il genere umano e speranza, cosa che (insieme al resto) lo rende una lettura insolita ma piacevole.

Madre Nostra di Stefano Paparozzi

rsz_madre_nostraRomanzo edito da Zona 42 che segna l’esordio (almeno nel mondo dei romanzi) di Stefano Paparozzi.

L’evento che dà il via alle vicende narrate è l’improvvisa e inspiegabile gravidanza della dodicenne Miriam, fatto che scatena il panico e il raccapriccio della famiglia e delle autorità.

Miriam però è vergine: come fa, allora, a essere incinta? Attraverso una narrazione in prima persona (la storia è narrata tramite il diario di Miriam, in un arco temporale che va dal 2015 al 2025) seguiamo la storia della protagonista, che diventerà un caso nazionale e dovrà dividersi tra una chiesa fondata a suo nome e un centro di ricerche che studia il suo caso.

Di questo romanzo ho apprezzato molto l’abilità di Stefano Paparozzi di costruire una voce narrante che non solo risulta assolutamente naturale e verosimile, ma ha anche un’evoluzione linguistica molto particolare. La Miriam dodicenne, ad esempio, scrive come un’adolescente (con errori, congiuntivi che mancano, parole scritte in maiuscolo e abuso di punti esclamativi, ma le scelte metriche e lessicali dell’autore hanno fatto in modo che, pur suonando verosimile, la narrazione non risulti mai fastidiosa), mentre la Miriam adulta si esprime in un modo diverso, ma in cui continuiamo sempre a riconoscere la sua voce.
“Madre nostra” l’ho letto a febbraio durante le pause pranzo ed è stato un modo molto piacevole per “staccare” dal lavoro.

Leggendo il romanzo di Stefano Paparozzi mi ritrovavo a immergermi completamente nella storia e le pagine scorrevano via veloci, lasciandomi sempre (quando finiva la pausa pranzo) con la voglia pressante di continuare a leggere. Anche per questo motivo, ritengo Stefano Paparozzi un bravissimo autore che spero produca presto altri romanzi.

L’Eterno Addio di Chen Quifan

rsz_eterno_addioUna raccolta di otto racconti dell’autore cinese Chen Quifan, edita da Future Fiction. L’antologia rappresenta una graditissima estensione di una prima edizione omonima che conteneva tre racconti, che avevo già adorato a suo tempo.
La mia passione per la narrativa fantascientifica cinese è piuttosto nota, e “L’eterno addio” per me è stata una graditissima lettura.

Le storie di Chen Quifan raccontano la Cina, le nuove tecnologie, il lavoro, i rapporti intepersonali e le contraddizioni della contemporaneità, in cui si fondono globalizzazione e religione, innovazione e tradizione.

Nella prima raccolta avevo adorato la capacità di Chen Quifan di dare forma, attraverso concetti fantascientifici, alle ansie e alle paure del presente, oltre all’abilità di stimolare zone poco esplorate dell’immaginazione dei lettori.

La seconda raccolta ha confermato questi aspetti della narrativa di Chen Quifan, con racconti che aggiungono nuovi elementi e arricchiscono la sua particolare visione della realtà (me li sono divorati uno dopo l’altro, notevoli Gli osservatori degli animali, La società dello smog e Storia futura delle malattie).

Quest’anno ho anche avuto l’occasione di incontrare Chen Quifan di persona (è venuto al Pisa Book festival insieme a Francesco Verso). Il suo intervento sullo stato dell’arte della fantascienza in Cina è stato davvero interessante.

Il Potere di Alessandro Vietti

rsz_il_potereAltro romanzo pubblicato da Zona 42, una storia che prende bene fin dalle prime righe.

La trama (il poco che posso rivelare): il protagonista, Alessandro, scopre di avere un superpotere molto particolare. Arrestato e incarcerato dopo un episodio in cui il suo potere ha fatto, involontariamente, delle vittime, Alessandro si lascia convincere da un agente letterario a scrivere la propria autobiografia. Apprendiamo così come ha scoperto di avere il suo potere e gli episodi più significativi della sua vita.

La società in cui si svolgono gli eventi de “Il Potere” sembra, inizialmente, la nostra, ma a poco a poco emergono elementi distopici che si fanno via via sempre più forti.

Ciò che mi ha sorpreso di più di questo romanzo è il fatto che, per il superpotere coinvolto (non posso dire in cosa consiste, ma si tratta di qualcosa di molto anticonvenzionale), uno non direbbe mai di ritrovarsi a ridere, a piangere, a emozionarsi, ad arrabbiarsi per le vicende narrate. Invece succede: la scrittura di Vietti in questo romanzo è sorprendente, è scorrevole, avvincente, commuove, coinvolge, fa serrare le mascelle.
Lettura sicuramente consigliata.

Per Ultimo il Cuore di Margaret Atwood

rsz_per_ultimo_il_cuoreTerzo romanzo che leggo della Atwood dopo “Il Racconto dell’Ancella” e “Il Canto di Penelope”.

Rispetto ai primi due, mi è piaciuto di meno.
La storia narra le vicende di Stan e Charmaine, una giovane coppia costretta a vivere nella propria auto dopo che una devastante crisi economica ha messo in ginocchio il Nord America. I due si fanno tentare dalle lusinghe di un progetto che offre un ritorno alla “normalità” in cambio della rinuncia a qualche piccola libertà personale. Stan e Charmaine si trasferiscono in una città dove tutti hanno una casa, un lavoro e vivono felici, ma dove a volte sono costretti a svolgere compiti terribili, ad esempio praticare iniezioni letali ai condannati a morte.

Le premesse per una bella distopia incentrata su un regime totalitario ci sono tutte, peccato che dalla seconda metà del romanzo in poi lo sviluppo della trama delude. La storia si fa contorta, fin troppo, e a mio parere non riesce a rispettare le premesse iniziali. Onestamente c’è anche il fatto che non sono riuscita ad affezionarmi a nessuno dei personaggi principali, che rinunciano senza esitazione ai diritti basilari in cambio, sostanzialmente, di un divano comodo e delle tendine a fiori.
Probabilmente non è il miglior romanzo della Atwood, ma nella prima parte del romanzo ci sono diversi spunti interessanti che, tutto sommato, possono rendere meritevole la lettura.

That’s all, folks!

Peccato non aver potuto includere, in questo post, anche i romanzi stupendi che ho in lettura in questo momento, e che purtroppo non riuscirò a terminare prima della fine dell’anno. Ahimè, il tempo è tiranno e le cose bellissime da leggere sono tantissime! Saranno (forse) materiale per il recap delle letture di gennaio.

E voi cosa avete letto nel 2018?

Qua potete leggere i recap delle letture di fine anno degli altri membri di Cosmolinea B-log [sezione in aggiornamento!]:

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