Le letture di Aprile

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Lo confesso, a Aprile ho dormito un po’ con le letture. Ho acquistato una cosa come 15 ebook e ne ho letti 3: brava, bene, continua così. Non sono state letture particolarmente intense, ma devo dire che sono state piacevoli, e di questi tempi tutto quello che distrae un po’ dalla triste realtà va sempre benissimo (yeah, l’ottimismo è il profumo della vita…). Ecco dunque i miei sollazzi di Aprile.

L’uomo che vendette la luna di Cory Doctorow

uomo-che-vendette-la-luna-doctorowLa collana Odissea Fantascienza ritorna in attività con L’uomo che vendette la luna di Cory Doctorow.
Sono sempre felicissima quando vengono tradotti dei romanzi di Cory Doctorow in Italia, e se poi hanno titoli come questo io vado letteralmente in brodo di giuggiole.
Non è un segreto che per me Doctorow è uno di quegli autori fondamentali che non dovrebbero mancare nella libreria di nessuno: non tanto per le storie in sé, quanto per le considerazioni concrete e attuali sulle potenzialità della tecnologia che emergono dai suoi libri, che rendono la sua fantascienza, oltre che bella, ricca di spunti di riflessione e dunque utile (nel senso pratico del termine).
In L’uomo che vendette la luna, Greg, un quarantenne con la passione dell’hacking e della robotica, incontra Pug, un geek che sogna di costruire una stampante 3D a polvere per generare manufatti da mandare sulla Luna. Per realizzare questo sogno i due tenteranno la strada della comunicazione online e del crowfunding, anche se la strada è irta di ostacoli: le persone convinte che questo ambizioso progetto sia una buona idea sono davvero poche.
In L’uomo che vendette la luna si ritrovano diversi elementi già presenti in Homeland, come il protagonista appassionato di hacking, la stampante 3D a polvere di playa e il Burning Man, a dimostrazione del fatto che le passioni dei personaggi di Doctorow sono probabilmente le stesse dell’autore.
L’uomo che vendette la luna è una lettura avvincente, tenera e commovente, perfetta sia per chi già conosce Doctorow, sia per chi non ha mai letto niente di suo.
Trovate l’edizione italiana in vendita (versione ebook e cartacea) qui.

Robot 77

robot_77Non l’ho ancora ricevuta in forma cartacea, ma l’ebook me lo sono già divorato.
Robot 77 contiene i racconti di Amal Al-Mohtar (premio locus 2015), Emanuela Valentini (Premio Robot 2016), Alda Teorani, Alain Voudì, Valentino Peyrano e Elizabeth Bear.
Per questo numero il mio racconto favorito è quello di Emanuela Valentini, Diesel Arcadia: una storia steampunk dal gusto decisamente miyazakiano, da leggere tutta d’un fiato per una vera e propria ventata d’aria fresca. In generale, comunque, il livello dei racconti è alto e il numero si lascia leggere con piacere.
Brillanti, come sempre, i saggi, specialmente quello su Capuana.

La Sindrome di Cappuccetto Rosso di Emanuela Valentini

-la-sindrome-di-cappuccetto-rossoVisto che il racconto di Emanuela Valentini su Robot 77 mi è piaciuto un sacco, ho subito cercato altri titoli scritti da quest’autrice e mi sono imbattuta in questo, primo di una saga di cinque libri che offre una rivisitazione cyberpunk di Cappuccetto Rosso.
Luci, neon e insegne pubblicitarie di un’enorme città protetta da cupole antipioggia fanno da sfondo alla vicenda di Halley, una giovane spacciatrice di Special Red, droga che illude chi l’assume di stare vivendo i suoi sogni più intimi. Halley è in fuga perenne dal Cacciatore, ma deve guardarsi anche dall’ambiguo assistente che le è stato assegnato, il Lupo.
Una lettura davvero piacevole, che personalmente mi ha fatto apprezzare ancora di più la scrittura di Emanuela Valentini (della quale vedrò di procurarmi altri titoli quanti prima, ghghgh).

Per il mese di Aprile è tutto. Prossimamente, la recensione di Real Mars di Alessandro Vietti, un’altra pubblicazione di Zona 42. Olè!

 

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