Quest’anno per la prima volta sono stata invitata a votare per il Premio Italia 2016 e la cosa mi rende felice. Finalmente posso prendere anch’io parte a questo mondo le cui dinamiche mi sono sempre rimaste un po’ oscure!
Il motivo per cui ho diritto di voto credo sia da far risalire alla mia partecipazione a Stranimondi (dico credo perché non lo so con certezza assoluta), perciò, se il prossimo anno volete votare anche voi, vedete di sostenere i festival della narrativa fantastica! 😉
Comunque, la prima fase scade tra pochi giorni e il mio foglio delle segnalazioni è ancora un cantiere aperto. Come al solito resterò indecisa sulle candidature fino a un attimo prima della scadenza: è una cosa che mi succede anche con le classifiche di Minuti Contati!
Passiamo al resoconto delle letture di Febbraio. Questi i titoli sci-fi che ho letto:
iMate di Francesco Verso e Francesco Mantovani
Piacevole racconto nato come omaggio a Black Mirror, e che solo per questo merita la lettura.
La storia si svolge tra Napoli e Stoccolma. Janna, la protagonista, deve trovare un lavoro per pagare le spese mediche di Eskin, il suo compagno. Se da un lato Janna vuole al più presto ricominciare a lavorare, dall’altro sogna di diventare presto madre e non comprende perché la gente che incontra sembra volerla scoraggiare da quest’intento.
Un giorno viene invitata a un colloquio di lavoro a Napoli, ma scoprirà che dietro questo colloquio c’è ben di più di una semplice offerta di lavoro.
In iMate la narrazione scorre bene e la storia è capace di intrigare e avvincere il lettore, soprattutto nella prima parte. Il finale invece va leggermente sottotono, principalmente a causa di un lungo preambolo che ci fa sapere già in anticipo cosa accadrà, ma nel complesso non c’è dubbio che si tratti di un racconto interessantissimo, capace di raccontare uno dei mondi futuri possibili partendo dalle ultime tendenze tecnologiche di oggi (come fa Black Mirror, appunto). Ve lo consiglio, trovate l’ebook qui.
Schegge di una città di plastica di Dario Tonani
Tonani come sempre è una garanzia. Chi già lo conosce troverà in questo racconto uscito per la collana Robotica di Delos tutti gli elementi “tonaniani” tipici: l’immersione in un mondo originale, gli elementi di steampunk, la visionarietà, la narrazione labirintica, gli angoli bui e sporchi di un mondo in rovina.
La storia si svolge su Nuova Crysia, un’immensa città sospesa nel vuoto. Misha è un immigrato che si occupa della manutenzione dei cavi che sostengono la città. Il suo permesso di soggiorno è in scadenza e si trova davanti a una scelta: andarsene oppure accettare di restare con pochissimi chili in franchigia per sé e la sua famiglia. Il giorno prima del suo ultimo giorno di lavoro, un losco figuro gli offre un accordo che gli permetterà di prolungare la sua permanenza. E’ l’inizio di una serie di vicende che porteranno Misha a scoprire chi è quell’uomo e cosa c’è nel misterioso “Quadrante Cremisi”, sotto Nuova Crysia…
Non aggiungo altro, se non che di pubblicazioni così dovrebbero uscirne più spesso 🙂
Lo Schianto Delle Caramelle di Stefano Massaron
Ho scoperto di averlo tra i libri nel Kindle (chissà quando l’ho comprato, devo smetterla di comprare libri e dimenticarmi subito dopo di averlo fatto) e l’ho letto in qualche ora. Non sapevo assolutamente niente né della storia né dell’autore e confesso di aver iniziato a leggerlo solo perché mi piaceva il titolo. Leggendo poi ho scoperto che si tratta di una distopia in stile Gibson, e, vuoi perché ho un debole per le distopie alla Gibson, vuoi perché la narrazione è piacevole e piuttosto evocativa, la storia pian piano mi ha catturato.
Il racconto inizia con due sorelle in un vicolo: una dice all’altra di restare nascosta e le lascia una pistola per difendersi, poi s’inoltra nella zona del Mercato Permanente, un’area malfamata e bizzarra popolata di strani personaggi.
Uno sviluppo intrigante e una bella ambientazione sono i punti di forza di questo racconto lungo, il bonus è che nella storia c’entrano anche i videogiochi e io vado sempre in brodo di giuggiole quando un autore strizza l’occhio al mondo videoludico. Il punto debole è la caratterizzazione dei personaggi, poco più che dei cliché, e la lingua ibrida parlata dagli abitanti delle “Zone Sconsigliate”, un mix tra italiano e inglese a dir poco insopportabile.
Nel complesso, comunque, una lettura che vale la pena fare per passare qualche piacevole ora di intrattenimento.
Il racconto fa parte di una raccolta, “I racconti dell’Ernesto”, questo è il vol. 2 e ce ne sono almeno 3, vedrò di procurarmi gli altri.
Rupes Recta di Clelia Farris
Di Rupes Recta ho apprezzato le inesauribili trovate, le invenzioni brillanti, lo stile di Clelia Farris che, come sempre, scorre veloce e non annoia mai, ma ho trovato davvero esile la trama e un po’ confuso il finale. Ogni pagina entusiasma per la quantità di idee originali che contiene, tuttavia non sono riuscita ad appassionarmi alla storia e nemmeno a affezionarmi ai personaggi.
Sarà che i gialli non sono il mio genere, o più probabilmente sono io che mi aspettavo qualcosa di diverso dall’autrice di La Madonna delle Rocce, che è uno dei miei racconti sci-fi preferiti in assoluto. Ahimé, il problema di quando leggi una storia che ti piace da morire è che poi vuoi che tutti gli altri libri dello stesso autore siano così…
Concludo con un paio di consigli.
Il primo: leggetevi questo bell’articolo di Prismo, che fa una bella analisi del ruolo della Fantascienza ai giorni nostri (in cui sembra essere stata superata dal tempo presente).
Il secondo: regalatevi una serata al cinema e andate a vedere Lo chiamavano Jeeg Robot, che decisamente merita. Ci sono due buoni motivi per farlo: il primo è che, come nel caso de Il Ragazzo Invisibile, rimastica un genere praticamente sconosciuto al cinema italiano; il secondo è che ‘O Zingaro, il cattivo, è un cattivo che spacca per davvero, il terzo (lo so, avevo detto due) è che il protagonista è un disgraziato, e rimane un disgraziato anche con i superpoteri.
Quindi andateci.
Passo e chiudo!