Recensire Selezione Naturale di Tricia Sullivan (romanzo finalista ai premi Arthur C. Clarke e BSFA) non è un’impresa semplice per diversi motivi. Uno di questi è che esula da così tanti canoni che, in qualunque modo la si metta, è molto difficile ricondurlo ai filoni narrativi più diffusi. Il secondo è che tentare di dare un’idea della sua complessità senza svelare per intero la trama è quasi impossibile, ma io comunque ci provo.
Edito da Zona 42, casa editrice divenuta ormai una garanzia per quanto riguarda le pubblicazioni fantascientifiche di qualità, Selezione Naturale racconta due storie parallele: una ambientata in un centro commerciale dove un gruppo di teenagers sta facendo shopping, l’altra collocata in un futuro in cui la popolazione maschile si è quasi completamente estinta a causa di una malattia chiamata flagello Y.
La protagonista della prima storia è Sun (è su di lei che è incentrata la straordinaria scena d’apertura del romanzo, uno degli incipit più folgoranti che abbia mai letto), una sedicenne coreano-americana intenta a fare shopping in un centro commerciale in compagnia delle sue amiche, Suk Hee e Keri. Mentre fanno acquisti in una profumeria, le tre ragazze attaccano briga con una gang di teppiste, le Spaventapassere, e il tutto degenera in una sparatoria (eh sì, le ragazze di questo romanzo vanno in giro armate) che porterà Sun a una fuga rocambolesca attraverso l’intricata struttura del centro commerciale (The Mall).
La seconda storia, ambientata nel futuro, ruota invece intorno a Meniscus, un clone che è stato infettato con una versione modificata del virus che ha quasi sterminato gli uomini. Meniscus è rinchiuso in un laboratorio e viene studiato da un team di scienziate, ma passa la gran parte del suo tempo connesso a un gioco virtuale.
Se dovessi dare una definizione di Selezione naturale, direi che è un esplosivo cocktail satirico che colpisce i ruoli sociali, le identità sessuali, la cultura contemporanea e la stessa fantascienza.
I vari elementi del romanzo formano una trama complessa e ogni pagina è spinta all’eccesso. Tricia Sullivan rende incalzante la lettura con una serie di cliffhangers ben congegnati e con una scrittura colloquiale generosamente condita con gergo giovanile (che, immagino, non avrà reso la vita semplice alla bravissima traduttrice del romanzo, Chiara Reali).
Il romanzo viene ricondotto al filone della fantascienza femminista. Premetto che non sono un’esperta di questo genere, quindi le mie valutazioni su quest’aspetto del romanzo si affidano più che altro all’intuizione.
A mio parere la definizione di “letteratura femminista” nel caso di questo romanzo è limitante. Anche perché, se la si vede in quest’ottica, la trama è un po’ controproducente per la causa: nella storia ambientata nel futuro, in cui i pochi maschi rimasti al mondo sono ridotti a cavie di laboratorio, gli unici personaggi per cui si prova empatia sono quelli maschili, Meniscus e Sguardo Sognante, trattati come soggetti sperimentali oppure come “porci” allevati per donare sperma.
Per quanto riguarda la storia ambientata nel centro commerciale, troviamo diverse considerazioni interessanti da parte della protagonista. Una su tutte, il desiderio di tornare a un’epoca in cui tutto era selvaggio, i condizionamenti sociali non plagiavano l’identità degli individui e le ragazze “strappavano la carne cruda a morsi” invece di aver bisogno di fare shopping. Un tema molto interessante, che tocca direttamente il discorso dell’identità sessuale degli individui come costrutto sociale che può trasformarsi radicalmente in base alle contingenze, con il valore aggiunto che emerge attraverso l’irresistibile voce narrante di Sun.
Che altro dire di Selezione Naturale? Che ha anche qualche punto debole, certo. Il più evidente è il fatto che la prima e la seconda metà del romanzo non sono perfettamente bilanciate: dopo un inizio spettacolare e una prima metà assolutamente brillante il romanzo inizia a calare il tono e tende a diventare ripetitivo, motivo per cui mi sento di dire che la prima parte del romanzo è, per tanti aspetti, più interessante della seconda.
In ogni caso, a prescindere da quale parte del romanzo sia condotta meglio, la storia straborda d’idee ed elementi geniali fino alla fine, per cui non c’è dubbio che Selezione Naturale meriti assolutamente la lettura. Se siete in cerca di qualcosa che si allontani dai temi tipici della fantascienza, con Selezione Naturale troverete pane per i vostri denti.
Concludo dicendo che Tricia Sullivan sarà presente alla prossima edizione di Stranimondi, che si terrà a ottobre: un motivo in più per leggere il romanzo!
Alla prossima!